Il titolo di questa ricerca é una esplicita citazione al testo di Roland Barthes “La chambre claire”.
Con un punto di vista personale quanto analitico, Barthes dirige il nostro sguardo su dettagli ed incognite apparentemente secondari, suggerendoci un punto di vista trasversale sull’immagine fotografica e sul segno stesso.
Questo nuovo modo di osservare ha aperto le porte sulla critica moderna in arte, di cui la semiotica, dal termine greco σημεῖον lat. semeion, ne divenuta il punto cardinale.
Con questa ricerca analitica Roland B. è riuscito a dilatare la percezione sul segno e non solo, mettendo in rilievo ed in primo piano il significante, dal palese significato, la ragione dal pathos, la distanza dalla emozione “evidente”, e se si vuole anche con riferimenti in psicologia con il pensiero rimosso sulla memoria manifesta.
Il progetto che qui presento vorrebbe tener conto di queste relazioni. Il punto di vista sensoriale sulla luce d’interno è qui inteso come il medium stesso della macchina fotografica, cioè, la camera oscura che lascia uno spiraglio di luce per poter impressionare una pellicola fotosensibile, ecco che qui il nero intorno all’imagine della finestra e intesa come il corpo-macchina, che lascia spazio alla parte più emotiva se vogliamo, dell’interno abitato e vissuto.
Il voyeurismo qui proprio dell’oggetto macchina fotografica, si spoglia di tutti riferimenti e situazioni, diventando il più possibile neutro di significato, e registrando solo l’atmosfera qui creata dalla luce calda nell’interno domestico. Il suggerimento del vissuto, oltre ai segni evidenti degli oggetti personali quali, un accappatoio, una camicia, dei libri etc. viene integrato e reinterpretato all’interno della mostra stessa con il suono, in quanto sarà registrato il vocio dei visitatori venuti al vernissage, tramite un microfono , un loop ed un amplificatore, che sarà qui riproposto durante lo slide show degli interni notturni, come una colonna sonora d’accompagnamento, come un momento vissuto, come un frammento di memoria.
L’azione stessa del visitatore sarà registrata a sua insaputa ma restando comunque anonima, quindi lo spettatore diventa qui attore diretto e partecipa alla realizzazione dell’opera stessa, metodo già proposto da me in diverse mostre come Potlatch, od ancora Locus conclusus.
Giuseppe Fabris
Municipal Art Gallerie of Mykonos 21-10-2015