Le Mani e la Testa

2007
18 Dipinti: pittura industriale su cartone plastificato 30 per 70 cm.
Una tela 120 per 120 cm.

Al pari degli artisti piu’ avvertiti della sua generazione anche Giuseppe Fabris abita e frequenta con proprietà e sicurezza molteplici e differenti media. Perseguendo esclusivamente una specifica esigenza espressiva, si impegna ad assecondare e approfondire tanto il disegno, la pittura o la scultura quanto il video, la fotografia o l’azione performativa.

Difficile negare e non riconoscere a una simile e condivisa coesistenza di tecniche e di linguaggi, la mutata condizione delle strutture estetiche e dello statuto artistico della contemporaneità, dove il significato ( e la stessa definizione ) di « eclettismo » viene ad assumere una valenza positiva in corrispondenza della dilatazione e della commissione tra i saperi e le conoscenze. In questo senso i lavori pittorici presentati in questa mostra, nello spazio effervescente e dinamico del Museaav di Nizza, non possono che rappresentare un lato o un segmento, sebbene significativo, delle attitudini di Fabris.

Anche a iniziare dalla disposizione e dall’allestimento: pensato e ordinato in sequenza ravvicinata nell’unico angolo apparentemente « asettico » dell’ambiente. Per indicare e suggerire al visitatore un percorso di lettura lineare. E invitarlo a scoprire il ricercato disordine e la con-fusione solo tra le immagini e le figure in bianco e nero che all’interno di una sinuosa e flessibile griglia compositiva si addensano, si affollano e si richiamano da una superficie all’altra, secondo un disegno e una struttura che allude e cita per certi aspetti le bandes dessinèe e per altri la grafica delle fanzine o una sorta di retabolo da cantastorie smemorato. Perchè in fondo di storie e di racconti si tratta. Di frammenti e di tranches-de-vie che possono essere sottratti alla rimozione e restituiti invece alla « mozione » degli affetti.

E alla forza di concentrazione espressa ed evidenziata dall’opera-chiave dell’esposizione: un’unica tela quadrata e isolata dal resto che disegna in un intreccio indissolubile le Mani e la Testa dell’artista-bambino.

Roberto Daolio